Inizia un nuovo anno scolastico e in ogni negozio o supermercato ci sono stand e appendiabiti pieni di grembiuli di colori differenti, fogge diversificate per età variabili dai 3 ai 10 anni.
Tra i corridoi noti madri e padri che scelgono la foggia, il colore, che misurano al proprio figlio - figlia la taglia idonea all’età.
Mi sorgono tante domande, perché chiedere alle famiglie l’acquisto del grembiule, quale motivazione pedagogica, educativa, organizzativa soggiace dietro tale scelta del collegio docenti?
Perché uniformare l’abbigliamento dei bambini - bambine con un capo che è desueto, nessuno in casa usa più indossare sopra gli abiti di uso quotidiano il grembiule. Non c’è più la necessità di preservare un abito, oggi siamo invasi da vestiti che puoi comprare ovunque, poi da quasi mezzo secolo le lavatrici hanno risolto il problema del lavare gli abiti a mano, quindi oggi noi possiamo cambiarci d’abito tutti i giorni e indossarne la mattina dopo altri capi, senza problemi di lavaggio, stiratura, e altro ancora.
Ritorno sull’uniformare con l’abbigliamento 𝐮𝐠𝐮𝐚𝐥𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐢 perché, quale linea didattica soggiace a questa scelta?
Oggi parliamo di individualizzazione dell’apprendimento di piani di apprendimento personalizzato di accoglienza e poi facciamo indossare il grembiule, perché è bello vederli tutti uguali!
Alla scuola dell’infanzia o asilo (lo stato italiano non chiama più asilo l’istituzione dedicata all'apprendimento dei bambini e delle bambine dai 3 ai 6 anni dal 1968) il grembiule è rosa per le femmine e azzurro per i maschi.
Ma l’educazione all’identità di genere in un’età 3 - 6 anni di sviluppo e di esplorazione identitaria, come la proponiamo? Dividendo maschi e femmine per colore?
In un momento di crescita evolutiva nel quale l’aspetto sensoriale e motorio ha un’importanza strategica di sviluppo cognitivo, corporeo, emotivo. Noi inibiamo i movimenti con un abito che si chiude generalmente di dietro, con i bottoni e arriva alle ginocchia?
Lascio a voi ulteriori riflessioni.
Mi piacerebbe continuare a parlarne, vi aspetto nei commenti, nel frattempo buon inizio anno!
Valeria
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